Il cane e la boccetta - Charles Baudelaire

Premessa:Ancora sul fatto che,a volte,i veri artisti siano avanti secoli rispetto alla massa.Tra l'altro,secondo una leggenda piuttosto accreditata,pare che Baudelaire abbia scritto queste righe a seguito di un'allucinazione indotta dall'assenzio,in cui gli erano apparse alcune immagini di programmi televisivi italiani del 2009.

-Caro il mio cane,cane mio bello,caro il mio tutù,accostati e vieni a respirare un ottimo profumo che ho comperato dal primo profumiere della città.
E il cane,dimenando la coda,il che per quelle povere bestie credo sia il segno equivalente al riso e al sorriso,s'avvicina curioso e mette il naso umido sulla boccetta stappata;poi indietreggia di colpo spaventato e mi abbaia contro,quasi rimproverandomi.
-Ah! miserabile cane,t'avessi offerto un mucchio di escrementi,lo avresti fiutato deliziandoti e magari divorato.Dunque anche tu,indegno compagno della mia triste vita,somigli al pubblico,al quale non bisogna mai offrire delicati profumi che lo esasperano,ma sozzure accuratamente scelte.

Tratto da Lo spleen di Parigi(1864)

Commenti

  1. questa storiella mi è molto familiare: me la raccontava mio padre, nella metà degli anni '50.
    Oggi (che di anni ne ho ho 67 anni e sono nonno) in famiglia spesso introduco un discorso moralistico con:
    "la sapete quella di Baudelaire che aveva un cane?" e tutti: uffa! sono cinquant'anni che ce lo chiedi ce la racconti.

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  2. Grazie di essere passato. Mio padre avrebbe la tua età, se fosse ancora qui. Altro che "uffa", pagherei perché mi raccontasse la storiella del cane.
    La prossima volta scrivi il nome :)
    Ciao.

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