Avvistamenti : Velociraptor-Kasabian (2011)
A due anni dal fortunato West Ryder Pauper Lunatyc Asylum, album che a me era piaciuto molto, al di là dell'oggettiva e multipla derivatività dai quarant'anni di rock precedenti, esce il nuovo lavoro dei Kasabian, Velociraptor. La maturazione della band di Manchester, già evidente nel precedente disco, qui si spinge ancora avanti smussando quegli eccessi che però, paradossalmente, facevano di West Ryder...un lavoro dalla personalità più marcata rispetto a questa ultima fatica. Manca forse un pezzo sballato come Vlad the impaler, o un riff che ti si appiccica addosso come quello di Underdog, anche se la forza dei Kasabian rimane comunque quella di scrivere brani che, pur rimanendo impressi al primo ascolto, non vengono subito a noia, come succede nel pop migliore. Altro punto a favore di questa nuova uscita è l'effettiva maturazione del vocalist Tom Meighan, che ha smesso di emulare Liam Gallagher, il cui bel timbro ricorda a tratti quello di Richard Ashcroft, soprattutto in riuscite ballad come Goodbye Kiss e La Fee Verte, forse i pezzi più riusciti. Tra qualche riempitivo di troppo, spicca anche Days are forgotten, che cita a piene mani Immigrant song dei Led Zeppelin, e Let's roll just like we used to. Insomma, un lavoro che resta ben lontano dal cambiare la storia del rock, ma che non mancherà di essere apprezzato da chi vuol passare un'oretta in compagnia di un disco leggero ma non banale.
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