Avvistamenti : Cults-S/T (2011)
Se hai vent'anni e un curriculum musicale lungo due canzoni pubblicate solo in rete, e la Columbia ti mette sotto al naso un contratto discografico, è probabile che qualche qualità ce la dovrai pur avere. Partendo da questo (quasi) incontrovertibile assunto, stasera vi segnalo l'omonimo album di debutto dei Cults, alias Madeline Follin e Brian Oblivion. Si tratta essenzialmente di una rivisitazione dei classici suoni vintage-pop anni '60, rivisti sotto una lente blandamente shoegaze. Questo ritorno così prepotente dello shoegaze, ultimamente, serve spesso a mascherare sotto una coltre di rumore una certa mancanza di idee, ma nel caso dei Cults le cose stanno solo parzialmente così; infatti l'album dei due di New York è sostanzialmente un buon debutto, meno sofisticato di certo dream pop, ma che potrebbe riuscire gradito, ad esempio, a chi apprezza band come i Raveonettes e le Dum Dum Girls, che propongono una miscela simile, anche se un po' più virata al rock, da tempo.O a chi ha apprezzato l'esordio dei La Sera, dalle atmosfere molto simili ma una spanna sotto come produzione.
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