Avvistamenti : Timber Timbre-S/T (2009) e Creep On Creepin' On (2011)


I Timber Timbre, progetto di folk-rock noir che fa capo a Taylor Kirk, sono attivi già da qualche anno ma, ahimè, li ho scoperti solo ora. Meglio tardi che mai, si dice. Hanno all'attivo quattro album, anche se i primi due sono lavori autoprodotti, ancora un po' acerbi e sacrificati nella produzione e nei suoni, con forti accenti country. Voglio parlarvi invece degli ultimi due, i primi distribuiti da una vera casa discografica (la Arts & Crafts ). Il primo, che prende il titolo dal nome della band, è una raccolta di brani incisi con una scarna stumentazione analogica, a cavallo di un blues spettrale con echi di Screamin' Jay Hawkins, e un folk più tradizionale che va da Dylan a Bon Iver. Si va dall'asciutta apertura di Demon Host alla lentissima ballad Lay down in the tall grass, tutta costruita su un delicatissimo tappeto d'organo, a Until the night is over, che cita in avvio la favolosa House on the rising sun degli Animals, fino al blues cupo di Troubles come knocking.


L'album più recente è uscito qualche mese fa, si intitola Creep on creepin' on e, a mio avviso, è pure meglio. La voce di Kirk, ancora più matura, si pone a metà tra un Elvis dark e Antony Hegarth (Antony and the Johnsons), mentre il songbook si arricchisce di una serie di pezzi imprescindibili, a partire da due vere gemme come Black Water e Woman. Da notare anche i video di queste ultime, molto particolari e ben riusciti.

Commenti

  1. mai come ora è giusto dire "meglio tardi che mai"

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  2. L e cose arrivano quando è il momento, cara Veronica...forse due anni fa non mi sarebbe piaciuto così tanto. Ciao!

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