John Mayall - Nobody Told Me (2019) Recensione
John Mayall ha 85 anni e una vita passata a suonare il blues, in studio, fuori e ovunque ne avesse occasione. La sua fama è sempre stata quella dello svezzatore di talenti – micidiale la triade di Bluesbreakers degli albori, Clapton, Green, Taylor – eppure Old John è invecchiato molto meglio dei suoi pupilli.
Già, perché Mayall è del 1933, quindi era già da giovane vecchio, in confronto ai
pupilli, di una generazione più giovani.
E
insomma, siamo nel 2019 a parlare dell’ennesima nuova uscita – Nobody Told Me –
e dell’ennesimo tour, che in questi giorni ha toccato l’Italia; e questo
perché? In definitiva Mayall, musicista seminale, di irripetibile importanza
per aver gettato le basi del british blues e dell’hard rock inglese, ha smesso
di aver qualcosa di nuovo da dire probabilmente dal 1972, ovvero dal bellissimo
Jazz Blues Fusion. Ne parliamo ancora perché la musica di Mayall è il blues,
quello vero, non quello rimasticato di uno Zucchero o del Clapton più recente;
una musica vecchia per definizione e sempre uguale a sé stessa. Ma soprattutto
perché John Mayall suona e canta ancora da Dio, questo mentre il Clapton delle
ultime uscite è più che trascurabile, Peter Green si è giocato la lucidità
dandola in pasto all’LSD – come fece Syd Barrett – già cinquant’anni fa e Mick
Taylor, dopo le lusinghe dei Rolling Stones, è finito disperso.
Nobody
Told Me è una sorta di summa dei tanti stili blues frequentati dal nostro in
decenni di musica. Dal funk à la Albert King di What I Have Done, con la
chitarra on fire ma un po’ stucchevole di Joe Bonamassa – uno nato con
vent’anni di ritardo per fare il guitar hero – al ciondolante slow Evil and
Here to Stay, in cui fa suonare il blues ad Alex Lifeson dei Rush. Gli altri
ospiti sono Larry McCray, chitarrista nero autoctono delle zone dove il blues
nacque, ma mai così blues come nei pezzi suonati col maestro bianco, Todd
Rundgren, Carolyn Wonderland – nel lentone d’ordinanza che dà il titolo alla
raccolta – e Steven Van Zandt, quel Little Steven che per tanto tempo a
contribuito a incendiare i palchi con Bruce Springsteen.
Ascoltare
John Mayall, per l’appassionato della Musica del Diavolo, è come tornare a
casa; gli altri si astengano senza rimpianti.
Voto:
6.5
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