Recensione: Mara - Ottobre '66 (2016)


 Non mi capita molto spesso di scrivere di dischi italiani, e non dovete credere sia questione di snobismo o esterofilia più o meno conclamata; semplicemente, mi capita di rado di ascoltare un lavoro italiano che rientri nel range dei miei gusti.
Faccio molto volentieri un'eccezione per il secondo disco di Mara Luzietti, in arte Mara, ma cito volentieri il suo cognome perché ho dei parenti omonimi (saremo mica parenti? Carramba...), musicista e musicoterapeuta di Ravenna. Eccezione, ma nemmeno tanto, visto che il disco è cantato interamente in inglese, eccetto per una bella cover di Modugno, e suona come se fosse stato inciso sulla west coast proprio negli anni evocati dal titolo, anche se quel '66 è riferito alla data di nascita della chitarra suonata da Mara. Il suono, dunque, è all'insegna di un pop-blues retrò, dai tocchi jazzati qua e là, ma niente di troppo sofisticato e difficile da assimilare, e qualche influenza desertica tra Morricone e un certo sentire tarantiniano.
La voce di Mara è una vera boccata d'ossigeno in un panorama nostrano che sempre più, complice una certa cultura contrabbandata dai talent, premia le urla sguaiate di certe cantanti emergenti; soffusa e delicata, quasi algida a tratti, evoca atmosfere che vanno dai Portishead a paladine del folk pop quali Katie Melua, al pop nobile sixties, tra Nada e Dusty Springfield, passando per la contemporanea, e sottovalutata, Holly Golightly.
I momenti migliori dell'album vanno dall'apertura della title track, un vero gioiellino di delicatezza pop, a Red Leaf, dall'intro western, al singolo San Francisco, che cita l'estate dell'amore nel titolo, il film Non si uccidono così anche i cavalli? nel bel video, e quella There Is An End, magistrale pezzo di Holly Golightly con i Greenhornes, contenuta nella colonna sonora di Broken Flowers. Belle anche I Saw A Man, dedicata a Leonard Cohen, Run Over, che vanta una melodia cristallina e una tromba degna del Chris Rea più notturno, e l'omaggio a Modugno di Notte Di Luna Calante, davvero riuscito.
Insomma, non bisogna poi allontanarsi molto per ascoltare quanto di meglio ci potrebbe proporre il suono della west coast americana, ma, purtroppo, è probabile che questo lavoro di Mara sia destinato a rimanere un tesoro ben nascosto.

Voto: 7.5

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