Poesia e Musica : Confessioni di un teppista-Sergej Esenin e Confessioni di un malandrino-Angelo Branduardi(1975)


Ed ecco la splendida poesia di Sergej Esenin,da cui questo capolavoro di Branduardi è tratto.

Confessioni di un teppista

Non tutti son capaci di cantare
E non a tutti è dato di cadere
Come una mela, verso i piedi altrui.
È questa la più grande confessione
Che mai teppista possa confidarvi.
Io porto di mia voglia spettinata la testa,
Lume a petrolio sopra le mie spalle.
Mi piace nella tenebra schiarire
Lo spoglio autunno delle anime vostre;
E piace a me che mi volino contro
I sassi dell'ingiuria,
Grandine di eruttante temporale.
Solo più forte stringo fra le mani
L'ondulata mia bolla dei capelli.
È benefico allora ricordare
Il rauco ontano e l'erbeggiante stagno,
E che mi vivono da qualche parte
Padre e madre, infischiandosi del tutto
Dei miei versi, e che loro son caro
Come il campo e la carne, e quella pioggia fina
Che a primavera fa morbido il grano verde.
Per ogni grido che voi mi scagliate
Coi forconi verrebbero a scannarvi.
Poveri, poveri miei contadini!
Certo non siete diventati belli,
E Iddio temete e degli acquitrini le viscere.
Capiste almeno
Che vostro figlio in Russia
È fra i poeti il più grande!
Non si gelava il cuore a voi per lui,
Scalzo nelle pozzanghere d'autunno?
Adesso va girando egli in cilindro
E portando le scarpe di vernice.
Ma vive in lui la primigenia impronta
Del monello campagnolo.
Ad ogni mucca effigiata
Sopra le insegne di macelleria
Si inchina da lontano.
Ed incontrando in piazza i vetturini
Ricorda l'odore del letame sui campi,
Pronto, come uno strascico nuziale,
A reggere la coda dei cavalli.
Amo la patria.
Amo molto la patria!
Pur con la sua tristezza di rugginoso salice.
Mi son gradevoli i grugni insudiciati dei porci,
E nel silenzio notturno l'argentina voce dei rospi.
Teneramente malato di memorie infantili
Sogno la nebbia e l'umido delle sere d'aprile.
Come a scaldarsi al rogo dell'aurora
S'è accoccolato l'acero nostro.
Ah, salendone i rami quante uova
Ho rubato dai nidi alle cornacchie!
È sempre uguale, con la verde cima?
È come un tempo forte la corteccia?
E tu, diletto,Fedele cane pezzato!
Stridulo e cieco t'hanno fatto gli anni,
E trascinando vai per il cortile la coda penzolante,
Col fiuto immemore di porte e stalla.
Come grata ritorna quella birichinata:
Quando il tozzo di pane rubacchiato
Alla mia mamma, mordevamo a turno
Senza ribrezzo alcuno l'un dell'altro.
Sono rimasto lo stesso, con tutto il cuore.
Fioriscono gli occhi in viso
Simili a fiordalisi fra la segala.
Stuoie d'oro di versi srotolando,
Vorrei parlare a voi teneramente.
Buona notte! buona notte a voi tutti!
La falce dell'aurora ha già tinnito
Fra l'erba del crepuscolo.
Voglio stanotte pisciare a dirotto
Dalla finestra mia sopra la luna!
Azzurra luce, luce così azzurra!
In tanto azzurro anche morir non duole.
E non mi importa di sembrare un cinico
Con la lanterna attaccata al sedere!
Mio vecchio, buono ed estenuato Pégaso,
Mi serve proprio il tuo morbido trotto?
Io, severo maestro, son venuto
A celebrare i topi ed a cantarli.
L'agosto del mio capo si versa quale vino
Di capelli in tempesta.
Ho voglia d'essere la vela gialla
Verso il paese cui per mare andiamo.

Commenti

  1. Questi post su poesia e musica mi fanno pensare. Si va sbiadendo ultimamente la figura del cantastorie...forse è il riflesso di una società che non sa abbracciarsi tutta con lo sguardo e viviseziona il particolare di ogni vita. E poi l'amore...l'amore si è sempre cantato, ma ultimamente è l'unico tema, anche questo indizio di chi racconta la propria piccola vita. E tutto il resto?
    (Aperta a sentire chi la pensa diversamente!)

    RispondiElimina
  2. Hai ragione nel senso che la gente è molto ripiegata su se stessa,ognuno se ne sta nel suo orticello e si è persa l'abitudine di mettersi nei panni dell'altro,se non addirittura proprio di accorgersi dell'esistenza degli altri!D'altra parte è pure vero,più semplicemente,che questa piega banalotta che ha preso la musica è anche dovuta all'imbarbarimento dei gusti del pubblico.Specie tra i giovani,a parte te e pochi altri,manca proprio la volontà di apprezzare l'arte,cosa che richiede un certo impegno...dove lo trovi un ragazzo/a che si sofferma a capire un testo come questo di Branduardi,a cercarsi la poesia da cui è tratto,quando è tanto più facile stordirsi con la televisione,con facebook e con la musica da discoteca?

    RispondiElimina
  3. Dove lo trovo? Me lo sto chiedendo!!!
    Hai ragione ahimè!

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari