Altre forme di blues : Quello che non ho-Fabrizio De Andrè(live,1981)


Anche il grande Fabrizio De Andrè,nel corso della sua carriera,ha tratto in qualche occasione ispirazione dal genere che è padre di quasi tutta la musica leggera degli ultimi cinquant'anni,il blues.Questo è il caso più palese,un brano dalla tipica ritmica utilizzata in decine di blues(se proprio vogliamo trovargli un padre è il John Lee Hooker di Boogie Chillen)e tratto dall'album semplicemente conosciuto come L'indiano.Tipici sono anche gli strumenti utilizzati,dalla chitarra elettrica slide al bel assolo di armonica,mentre la coda è quasi progressive,con tanto di assolo di Moog a chiudere questo omaggio al blues.Altre tracce della musica del diavolo nella discografia di De Andrè si possono trovare nella Ballata dell'amore cieco e,soprattutto a livello di arrangiamento,in Amico fragile.

Commenti

  1. Perfetto. Perfetta la musica, perfette le parole, perfetto lui. De Andrè ha il dono di cantare la vita. Questo LP mi piace molto, anche se non riesco a segliere visto che è il mio autore preferito. Diciamo che è uno di quelli che mi piace di più!

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  2. Sottoscrivo.Di quest'album amo molto anche "Se ti tagliassero a pezzetti" e,ovviamente, "Fiume Sand Creek".Però i miei album preferiti sono i suoi concept,"Tutti morimmo a stento" e quello ispirato a Spoon River.

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  3. Se ti tagliassero a pezzetti e Ave Maria i miei pezzi preferiti.
    Per i concept sono d'accordo. Poi Tutti morimmo a stento è supremo, oserei dire avanguardia in una Italia del 1968, così crudo e diretto che mi stupisco gli abbiano permesso di pubblicarlo. Mia mamma e mio padre non mi parlano di una società che a quei tempi parlasse di droga e pedofilia, non a viso aperto per lo meno.
    Infine, a proposito di 1968: quando si mettono a confronto di quel periodo la musica in americana/inglese e la musica italiana, non posso non pensare che De Andrè possa reggere il confronto con i grandi gruppi di quel periodo; le sue ballate e i suoi assoli non hanno niente da invidiare a Janis Joplin, specie quando subentrerà la collaborazione con la PFM. Mi rendo conto che si tarttino di due generi diversi, ma lui è un gradino sopra il cantautorato. Che ne pensi?

    PS: Non sapevo che Non al denaro nè all'amore nè al cielo fosse ispirato a Spoon River, ti ringrazio per l'informazione.

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  4. Tutti morimmo a stento è avanguardia,è rivoluzionario per i temi,perchè è praticamente il primo concept e anche musicalmente per certi versi anticipa il prog italiano.Sull'internazionalità non lo dico io ma fior di critici,De Andrè è l'unico italiano messo sullo stesso piano di Dylan,Cohen e i grandi francesi(Brassens soprattutto).Sulla PFM hai ragione,anche se la loro collaborazione è molto posterirore al '68,e anche sul cantautorato sono d'accordo,altri sono arrivati al suo livello(De Gregori e Fossati ad esempio),ma non con la stessa continuità,lui era una spanna sopra.
    Se non l'hai letto Spoon River rimedia,a tratti è favoloso.Ciao e complimenti per il tuo modo di accostarti alla musica,così diverso dalla massa distratta dei ragazzi della tua età.

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  5. Eh lo so, ma in molti non sono d'accordo, lo accantonano nel genere del cantautorato e tuonano che niente può confrontarsi con Rolling Stones e Beatles. Forse manca un po' d'apertura mentale anche ai buoni intenditori.

    Grazie a te, un simile complimento fatto da un appassionato è tanto. Poi come tu sai, è solo una questione di vivere l'arte in tutti i suoi aspetti invece che lasciarsela scorrere adosso. De Andrè lo trovai per caso a 16 anni dimenticato tra i cd di mio padre. Rimasi sconvolta, disarmata, la sensazione più bella che io abbia mai provato. Era "Canzoni" e passando dalla dolcezza de "Le passanti" alla cruda ironia di "Ballata dell'amore cieco" ho capito che finalemente avevo trovato il mio cantante preferito.

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