Avvistamenti (...e amare riflessioni) : Mondo Cane-Mike Patton


Per inquadrare Mike Patton vi basti ricordare che,tra molti altri,è stato il leader dei Faith no more e che la sua voce sia una delle più belle e duttili attualmente in circolazione.La cosa curiosa è la passione che questo californiano doc nutre per la canzone d'autore,ma non solo, italiana degli anni '60;passione che l'ha portato da un paio d'anni a dar vita al progetto Mondo cane (dal titolo del famoso documentario a tinte forti),nato come live e ora arrivato in studio nell'album omonimo. Ora,che questa passione gli venga dal fatto che abbia vissuto anche in Italia,o dal fatto che abbia sposato una nostra concittadina,o ancora perchè la musica italiana di quegli anni sia l'unica cosa decente che il nostro paese sia riuscito ad esportare nei paesi che contano dai tempi dell'Opera,fatto sta che il nostro,con un'operazione simile a quella di Bublè in altro ambito,e con una caratura decisamente superiore,ci ripropone dodici pezzi di storia della nostra musica,con arrangiamenti moderni ma molto rispettosi.
Sono pezzi che dovremmo conoscere bene ma,ahimè,così non è,visto che il nostro è un paese tanto arretrato nelle cose che contano,quanto svelto a dimenticare il passato per gettarsi all'inseguimento delle mode più becere.Ed è così che sempre più spesso buttiamo nello scarico ciò che andrebbe salvato e che all'estero assume al rango di cult.Succede col progressive italiano dei primi '70,vera miniera di tesori nascosti,guardato con grande rispetto all'estero e snobbato da critici con la puzza sotto al naso (e coi tappi nelle orecchie) in patria,succede col cinema di genere dello stesso periodo,riscoperto in parte solo dopo gli apprezzamenti di Tarantino,e succede con la canzone d'autore e non dei '60. Questo,infatti,fu il periodo d'oro del nostro pop;grandi musicisti(citiamo per tutti Ennio Morricone e Luis Bacalov),fuoriclasse come Tenco,Paoli,Bindi,Endrigo e il primo De Andrè e onesti mestieranti delle sette note (cito a caso Caterina Caselli,Don Backy e altre decine).Tutti portabandiera delle uniche caratteristiche che ci distinguevano anche all'estero,cioè testi dalla forte valenza poetica e melodie cristalline.Oggi cosa rimane di tutta questa tradizione?Poco e niente,visto che lo spazio riservato ai sopravvissuti si riduce a nostalgiche trasmissioni televisive rivolte al pubblico più gretto e ignorante,dove bravi professionisti sono spesso umiliati da basi elettroniche da sagra paesana,rendendosi vere caricature di quel che furono,mentre la musica "nuova" ha abbandonato quasi del tutto le nobili radici,a parte forse il citazionismo dei Baustelle che spesso,non essendo capito,viene tacciato di snobismo e altre brutte parole.E le varie riproposizioni di Morgan,il quale fa grande scalpore se dichiara di drogarsi,o di aver scoperto l'acqua calda,ma viene calcolato pochissimo se esce un anno prima con un disco identico per repertorio e pertinenza a quello di Patton,Italian Songbook del 2009;e l'aveva fatto già anni fa,riproponendo,vuoi per mancanza di ispirazione,vuoi per amore sincero,un intero album di De Andrè.Ma ora basta con le chiacchiere e ascoltiamoci qualche pezzo a tema.Da Mondo cane ho scelto 20 chilometri al giorno del grande Nicola Arigliano,che Patton interpreta come se a cantarla fosse Tom Waits,e Ore d'amore,pezzo già interpretato da Fred Bongusto,dove le sue qualità vocali ed il gusto per gli arrangiamenti trovano pieno risalto.Quello che conta è invece un brano la cui musica è farina del sacco di Morricone,riproposto da Patton ma qui nella versione originale di Tenco e,infine,Il mio mondo,gemma del sottovalutato Umberto Bindi nell'ineccepibile riproposizione di Morgan.

Commenti

  1. Sono meravigliata dal progetto di Mike Patton ma non eccessivamente sconvolta dall'ignoranza in campo musicale. Non penso che negli anni 60 e 70 i più apprezzassero i migliori pezzi di musica; l'unica differenza è che alcuni almeno venivano passati alla radio.

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  2. Ciao Veronica;concordo in parte con quello che dici.Certo,l'ignoranza,o forse sarebbe meglio dire la superficialità,c'era anche allora,infatti se vai a guardare le classifiche di vendita c'era un sacco di spazzatura.Però in classifica andavano anche Hendrix,i Doors,i Cream e tanti altri artisti che oggi faticherebbero a superare le barriere della nicchia.Erano comunque altri tempi,il mercato era meno organizzato,non tutto era studiato solo in funzione della vendita e anche il pubblico,ancora non lobotomizzato da radio e televisione,forse era un po' più competente.

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