Avvistamenti: Le Choix - Finché Vita Non Ci Separi (2013)

Quest'oggi vi propongo un avvistamento piuttosto singolare per i canoni di questo blog; innanzitutto si tratta di una band italiana, merce rara da queste parti, per di più proveniente dalla mia stessa regione, da Vasto per la precisione, e, in secondo luogo, perché ho avuto modo di conoscerli, e ascoltarli, direttamente. Il live a cui ho assistito si è svolto durante la manifestazione "Street Food", tenutasi a Pescara ai primi di Ottobre, e a cui il vostro umile narratore ha partecipato in veste di fotografo per conto della Lizard, validissima accademia musicale che ha curato tutta la parte musicale della manifestazione. La proposta musicale è stata varia e tutta di alto livello, ma la band che vi propongo, Le Choix, ha brillato di luce propria essendo l'unica che si è esibita, coraggiosamente, proponendo un proprio repertorio originale, tratto per lo più dal loro primo lavoro in studio, datato 2013, a cui i vastesi stanno per dare un seguito a breve.
Le Choix propongono un solido rock che si nutre delle più disparate ispirazioni, dall'indie rock internazionale a quello nostrano, mi vengono in mente una sorta di Negramaro potenziati, ma nel loro DNA non manca una vaga eco dei Litfiba, specie nel cantato di Fabio Neri, frontman dalla gran presenza scenica nonostante qualche puntata un po' sopra le righe, e accenni in territori hard rock o addirittura metal in qualche passaggio delle chitarre.
Il disco parte subito forte con Innesco Di Fato, pezzo che ci propone i vastesi già nella loro veste più pesante, per proseguire con Pioggia di Luglio, bella ballad di classic rock, fortemente imparentata con la celebre Mr. Jones dei Counting Crows, e con Orchidea, singlo dell'album, scelto non a caso, essendo sicuramente il pezzo più pop e accattivante per un pubblico radiofonico. Io Resto Qui è una ballata con belle parti di chitarra, mentre in Senza Scampo e Il Silenzio Della Neve i Le Choix mostrano il loro aspetto più rock 'n' roll, forse il più convincente dell'intero lavoro. C'è ancora spazio per una raffinata ballad, Segreto, dal bell'arpeggio di chitarra elettrica e convincente anche nelle liriche, mentre note dolenti sono l'accorato j'accuse di Politikani, a forte rischio di dervive populiste nel testo e la chiusa di Per Te Che Verrai, pezzo recitato che chiude in modo forse un po' pretenzioso questa altrimenti riuscitissima opera prima.
Quindi, al di là di qualche aggiustamento di tiro che sicuramente avverrà nei futuri lavori, un album davvero valido che attende a breve il seguito, come mi ha confidato il bravo chitarrista Fabrizio Marchesani, con la certezza che sentiremo ancora parlare dei Le Choix.



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