CULT: Il mostro della laguna nera(1954)
Il mostro della laguna nera(Creature from the black lagoon)
USA, 1954
Regia: Jack Arnold
Trama
Una spedizione paleontologica si ritrova alle prese con una sconosciuta creatura anfibia in una remota laguna sul Rio delle Amazzoni. Tra propositi scientifici e ansie commerciali, e un certo feeling erotico tra il mostro e la bella esploratrice Kay, si dipanerà l'eterna lotta tra l'invasore umano simbolo del progresso, e la natura ancestrale, simbolo del rispetto per il pianeta.
Raro caso di pellicola assurta al rango di cult ma che ebbe grandissimo successo anche all'epoca dell'uscita nelle sale, Il mostro della laguna nera è forse più noto al grande pubblico televisivo più per il discutibile uso di una sua sequenza come sigla della rubrica "I nuovi mostri" del progaramma "Striscia la notizia". Eppure a livello mondiale resta un film seminale nell'ambito del genere fanta-horror, tra i primi nel creare certi archetipi poi ripresi centinaia di volte, nonché un gioiello tecnico per l'epoca, basti citare le splendide riprese subacquee, un vero prodigio per quegli anni, e la tecnica del 3D, ai primi fasti prima di essere praticamente abbandonata per essere ripresa ai giorni nostri. Questo a livello commerciale e tecnologico, a livello artistico il film merita decisamente meno, la trama è esile, i personaggi non hanno profondità psicologica e sembrano tagliati con l'accetta, tanto che vien quasi voglia di fare il tifo per il mostro, non tanto per il tema(che sarà abusato negli anni) dell'uomo che invade l'habitat selvaggio alla ricerca di conquiste scientifiche ma anche di profitti commerciali, quanto per la palese inettitudine della spedizione che, col mostro sempre in agguato, non riesce a darsi un'unità d'intenti e spesso si abbandona a distrazioni plateali prestando il fianco alle inusitate incursioni della creatura. Come regia Arnold si dimostra un ottimo artigiano della Hollywood più classica, ma gli difetta qualsiasi estro e fantasia nelle inquadrature, tranne qualche carrellata sull'equipaggio in attesa sul battello che ricorda un po' le fantastiche sequenze che, in ben altro ambito, Coppola girerà vent'anni dopo per Apocalypse Now, e qualche breve soggettiva dal punto di vista della creatura, purtroppo non approfondite a dovere, nelle quali non è difficile scorgere i prodromi di una tecnica che sarà il fiore all'occhiello di certo horror all'italiana, a partire da Bava e Argento. La sceneggiatura è molto "americana", contrapponendo i paladini duri e puri della scienza, sempre noiosamente retorici oltre ogni ragionevolezza, al finanziatore della spedizione, che vede nell'impresa solo una fonte di guadagno; ovviamente trionferanno i primi, come sempre nel cinema americano, e come mai nella realtà di quel paese. Il finale aperto lascerà spazio a ben due seguiti, girati negli anni successivi, di cui il primo, La vendetta del mostro, rimarrà famoso soprattutto per una comparsata dell'esordiente Clint Eastwood. In definitiva un film da guardare con gli occhi dell'epoca, senza cadere nella trappola di considerare quelle che oggi possono sembrare ingenuità che scaturiscono un effetto quasi comico, e con la consapevolezza di assistere ad una delle pellicole cult più radicate nell'immaginario del genere.
Voto: 6.5
USA, 1954
Regia: Jack Arnold
Trama
Una spedizione paleontologica si ritrova alle prese con una sconosciuta creatura anfibia in una remota laguna sul Rio delle Amazzoni. Tra propositi scientifici e ansie commerciali, e un certo feeling erotico tra il mostro e la bella esploratrice Kay, si dipanerà l'eterna lotta tra l'invasore umano simbolo del progresso, e la natura ancestrale, simbolo del rispetto per il pianeta.
Raro caso di pellicola assurta al rango di cult ma che ebbe grandissimo successo anche all'epoca dell'uscita nelle sale, Il mostro della laguna nera è forse più noto al grande pubblico televisivo più per il discutibile uso di una sua sequenza come sigla della rubrica "I nuovi mostri" del progaramma "Striscia la notizia". Eppure a livello mondiale resta un film seminale nell'ambito del genere fanta-horror, tra i primi nel creare certi archetipi poi ripresi centinaia di volte, nonché un gioiello tecnico per l'epoca, basti citare le splendide riprese subacquee, un vero prodigio per quegli anni, e la tecnica del 3D, ai primi fasti prima di essere praticamente abbandonata per essere ripresa ai giorni nostri. Questo a livello commerciale e tecnologico, a livello artistico il film merita decisamente meno, la trama è esile, i personaggi non hanno profondità psicologica e sembrano tagliati con l'accetta, tanto che vien quasi voglia di fare il tifo per il mostro, non tanto per il tema(che sarà abusato negli anni) dell'uomo che invade l'habitat selvaggio alla ricerca di conquiste scientifiche ma anche di profitti commerciali, quanto per la palese inettitudine della spedizione che, col mostro sempre in agguato, non riesce a darsi un'unità d'intenti e spesso si abbandona a distrazioni plateali prestando il fianco alle inusitate incursioni della creatura. Come regia Arnold si dimostra un ottimo artigiano della Hollywood più classica, ma gli difetta qualsiasi estro e fantasia nelle inquadrature, tranne qualche carrellata sull'equipaggio in attesa sul battello che ricorda un po' le fantastiche sequenze che, in ben altro ambito, Coppola girerà vent'anni dopo per Apocalypse Now, e qualche breve soggettiva dal punto di vista della creatura, purtroppo non approfondite a dovere, nelle quali non è difficile scorgere i prodromi di una tecnica che sarà il fiore all'occhiello di certo horror all'italiana, a partire da Bava e Argento. La sceneggiatura è molto "americana", contrapponendo i paladini duri e puri della scienza, sempre noiosamente retorici oltre ogni ragionevolezza, al finanziatore della spedizione, che vede nell'impresa solo una fonte di guadagno; ovviamente trionferanno i primi, come sempre nel cinema americano, e come mai nella realtà di quel paese. Il finale aperto lascerà spazio a ben due seguiti, girati negli anni successivi, di cui il primo, La vendetta del mostro, rimarrà famoso soprattutto per una comparsata dell'esordiente Clint Eastwood. In definitiva un film da guardare con gli occhi dell'epoca, senza cadere nella trappola di considerare quelle che oggi possono sembrare ingenuità che scaturiscono un effetto quasi comico, e con la consapevolezza di assistere ad una delle pellicole cult più radicate nell'immaginario del genere.
Voto: 6.5
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