Avvistamenti Seventies
Chi ha letto abitualmente questo blog sarà a conoscenza di una forte predilezione di chi scrive per la musica tipica del decennio 1970-79, quell'hard rock che era ancora pochissimo heavy e che tutto doveva al blues dei padri e a quello imbastardito col rock, leggi Cream, Hendrix, Blue Cheer e migliaia di altri. Quelli che presentiamo oggi sono tre figli più o meno degni di tale tradizione. I Black Keys ormai li conoscerete tutti. ahimé mi verrebbe da aggiungere, certo non sono più il duo di garage blues incendiario degli esordi, quelli che si permettevano di far uscire un album che omaggiava il grande bluesman Junior Kimbrough(Chulahoma, imperdibile e irripetibile vetta artistica del duo), il successo ha purtroppo smussato la loro musica angolosa e alcuni pezzi sono davvero ruffiani, ma è pur vero che a livello mainstream è davvero difficile ascoltare musica così buona oggi, soprattutto nell'inizio al fulmicotone di Weight Of Love, ballata psichedelica che vale il prezzo del biglietto. I Radio Moscow, il cui primo LP venne prodotto proprio da Dan Auerbach, sono quello che sarebbero ancora i Black Keys senza il malaugurato successo, ossia rock blues psichedelico chitarristico suonato come se gli ultimi quarant'anni non fossero passati. Magical Dirt forse non è la loro vetta ma si fa ascoltare con piacere. I Mount Carmel si spingono ancora più in là suonando come se fossero una sorta di riuscita clonazione dei primi ZZ Top, a me personalmente il loro nuovo lavoro, Get Pure, sembra un gradino sotto all'album d'esordio, ma è una questione di gusti personali; il loro modo di suonare senza farsi influenzare dalle mode rock del momento è davvero ammirevole se non commovente.
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