Avvistamenti : Mount Carmel-Real Women(2012)


Ha ancora senso nel 2012 un power trio di hard blues che sforna un album che sembra arrivare dritto dalla Austin del 1972? Ma, soprattutto, ha senso farsi la stessa domanda ogni volta che esce per l'appunto un lavoro del genere? Forse sarebbe meglio ascoltare e basta, e accettare che non tutte le band decidono di mettersi insieme per riscrivere la storia del rock e per proporre raffinati lavori da ascoltare con la concentrazione richiesta dalla lettura di un testo in aramaico. Ci sono anche band che, semplicemente, si chiudono in garage e suonano la prima cosa che esce fuori dai soliti, vecchi ferri del mestiere rock: chitarra, basso e batteria. E che poi, nove volte su dieci, è blues. Se poi i tre giovanotti che si cimentano nell'impresa, come nel caso dei Mount Carmel, gli strumenti li tengono in mano dannatamente bene , ben venga per una volta questa sorta d'ora d'aria. I Mount Carmel, dall'Ohio, sono al secondo album(o primo, se l'omonimo precedente lo volete considerare un EP), ma il sound non si è evoluto di un millimetro dal primo, e, in verità, dal 1973 o giù di lì. In molti, come sempre in questi casi, hanno scomodato Led Zeppelin e compagnia hard, a me il paragone più pertinente sembra con certe cose dei Cream, ma soprattutto cogli ZZ Top più genuini, quelli dei primi tre dischi, al limite quasi della clonazione. Il lavoro dei Mount Carmel, intitolato Real Women, va avanti per nove brani da ascoltare quindi come se, per un attimo, avessimo di nuovo sedici anni, e la chitarra elettrica fosse la leva più efficace per sollevare il mondo, proponendo come momenti più alti lo slow blues d'altri tempi Be Somebody, il blues classico di Real Women, e le riuscite clonazioni di Johnny Winter in Swaggs, degli ZZ Top in Hear Me Now e dei Cream nel riff di Don't Make Me Evil.
Un disco che non cambia di un millimetro la storia della musica, ma che si fa ascoltare con un piacere raro.

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