Recensione: Tony Molina - Confront The Truth (2016)

Questa recensione si propone di essere breve come il disco che presenta, Confront The Truth di Tony Molina.



Scoperto totalmente per caso cazzeggiando su Spotify, Confront The Truth è il disco che forse ho ascoltato più volte ultimamente; non ci vuole neanche molto, del resto, vista la durata di poco più di dieci minuti di questi otto pezzi. Brani che sono dei veri e propri bozzetti di canzoni che, prese una per una, potrebbero essere ognuna un singolo e che invece rimangono delle brevissime perle nascoste per pochi intenditori. Un po' quello che voleva fare Dente nell'ultimo disco, riuscendo solo in parte.
Tony Molina è una cantante e chitarrista di San Francisco, molto attivo nella Bay Area; ha fatto parte di decine di progetti più o meno inconcludenti e dopo un disco con gli Ovens e l'esordio solista, anch'esso con pezzi appena accennati, all'insegna di un indie rock anni '90, slabbrato ed elettrico, con numi tutelari soprattutto nei Weezer e nei Dinosaur Jr., ma influenzato anche dal prolifico Robert Pollard e dagli Yo La Tengo, qui cambia registro.
Stavolta Molina spinge più indietro l'orologio della sua personale macchina del tempo, puntando dritto a Simon & Garfunkel in Old Enough To Know e Over Know, per poi puntare sui Beatles psichedelici à la Strawberry Fields... o Lucy In The Sky... in I Don't Want To Know e Hung Up On The Dream che veramente sembrano materializzare qui e ora il duo Lennon/McCartney, per poi citare la chitarra di George Harrison nel solo della splendida (e lunga, quasi due minuti e mezzo) No One Told He.
Splendida e sorprendente la chiusura chitarristica di Banshee.
Fossi in voi dieci minuti da dedicare a Tony Molina li troverei, anche se rischierete di entrare in un loop piacevolissimo.
In tempi dove la soglia dell'attenzione e la capacità di concentrazione sono allegramente andate a farsi benedire, che Molina abbia visto giusto con queste mini canzoni che a stento superano il minuto?

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