Avvistamenti: Rover - S/T (2012)

Sembra essere un po' il caso di questi ultimi giorni, il primo lavoro di Rover, curioso pseudonimo del francese e cittadino del mondo Timothée Régnier. E sembra, per una volta, aver messo d'accordo un po' tutti, compreso il sottoscritto, sulla qualità della sua proposta. Al di là della vita avventurosa e delle pose studiate da dannato(be', bello e dannato proprio no...), il lavoro di Rover è davvero un signor lavoro, come non se ne sentono spesso, in bilico tra mille generi(new wave, glam, folk spruzzato di elettronica) ma sostanzialmente un disco pop, nel senso più nobile del termine. Il francese sfoggia una sicurezza proverbiale nel passare dal potente baritono a un invidiabile falsetto, mentre scrittura e talento melodico sostengono la baracca senza passaggi a vuoto. Le influenze sono molteplici, dal Bowie degli esordi(Champagne e Carry On), alla new new wave di Interpol e Placebo(Remember e Tonight), mentre sul tutto aleggiano i nobili fantasmi di Gainsbourg, John Grant e Antony. Il tutto filtrato dalla particolare sensibilità di Régnier, capace almeno in un paio di episodi(il gioiello caustico Queen Of The Fools e la sontuosa Carry On) di numeri davvero da brivido. Chapeau.

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