Amare riflessioni scaturite dall'ascolto di un banale tormentone
Quella che mi appresto a scrivere, lo dico per sgombrare il campo da equivoci, è una riflessione banale almeno quanto i tormentoni musicali da cui scaturisce. E infatti ho smesso di farla da anni, così come ho smesso di preparare chiavette, che prima erano cd, e prima ancora cassette, per gli amici che ascoltano solo la radio e i dieci pezzi sempreglistessi che trasmette a rotazione; e così come ho smesso di scrivere su questo blog, insieme ad altri motivi, ahimé, ben più gravi, in verità.
Ebbene, la riflessione, scaturita in particolare dall'ascolto del pezzo "Prayer in C" di Lilly Wood And The Prick, è la seguente: perché, invariabilmente, il grande pubblico ama che gli sia riversata addosso solo monnezza? Sì, perché se vi prendete la briga, anzi, per questa volta me la sono presa io per voi, di andare ad ascoltare la versione originale del pezzo, uscita nel 2010 nel primo album di questo gruppetto di ragazzetti francesi dediti a un pop folk tutt'altro che banale, intitolato "Invincible Friends", vi troverete di fronte ad un brano veramente bello, non un capolavoro, ma un pezzo delicato, dal testo non banale e dall'arrangiamento minimale e ricercato allo stesso tempo. Ben distante insomma dalla paccottiglia pop-dance in cui l'ha trasformato il remix di tale Robin Schulz, che immagino essere una vera autorità in materia, ma di cui ignoravo beatamente l'esistenza. E il nodo è proprio questo, dato che da sconosciuto pezzo pop folk che era, il brano è uscito dalle mani del dj come uno dei successi più milionari dell'anno. E da qui la domanda: perché per avere riscontro di pubblico dobbiamo prendere ciò che banale non è, e anzi è piuttosto raffinato e ben fatto, e dobbiamo renderlo quanto di peggio si possa ottenere con quel materiale a disposizione? La risposta, ahimé, è semplice: la grande massa vuole la monnezza, e non vuole neanche andare a cercarla, vuole che le sia direttamente sversata addosso; e allora ben venga il cinepanettone, ben venga capodannocongigidalessio, ben vengano I soliti idioti e Platinette a Sanremo, ben vengano le interviste di Barbara D'Urso, ben vengano i comici all'opposizione e anche al governo, ben venga il comico strapagato che dal predicare la rivoluzione è arrivato a farci il catechismo citando un Whitman(pur bellissimo) che dai tempi dell'Attimo Fuggente è diventato patrimonio da bimbiminkia social, ben venga la decadenza triviale del nostro periodo storico. Però, ora che ormai è assodato che i Maya hanno toppato e ci è stata tolta anche la speranza del 2012, non chiedetemi più cassette, chiavette, cd, playlist e perle sconosciute.
Ebbene, la riflessione, scaturita in particolare dall'ascolto del pezzo "Prayer in C" di Lilly Wood And The Prick, è la seguente: perché, invariabilmente, il grande pubblico ama che gli sia riversata addosso solo monnezza? Sì, perché se vi prendete la briga, anzi, per questa volta me la sono presa io per voi, di andare ad ascoltare la versione originale del pezzo, uscita nel 2010 nel primo album di questo gruppetto di ragazzetti francesi dediti a un pop folk tutt'altro che banale, intitolato "Invincible Friends", vi troverete di fronte ad un brano veramente bello, non un capolavoro, ma un pezzo delicato, dal testo non banale e dall'arrangiamento minimale e ricercato allo stesso tempo. Ben distante insomma dalla paccottiglia pop-dance in cui l'ha trasformato il remix di tale Robin Schulz, che immagino essere una vera autorità in materia, ma di cui ignoravo beatamente l'esistenza. E il nodo è proprio questo, dato che da sconosciuto pezzo pop folk che era, il brano è uscito dalle mani del dj come uno dei successi più milionari dell'anno. E da qui la domanda: perché per avere riscontro di pubblico dobbiamo prendere ciò che banale non è, e anzi è piuttosto raffinato e ben fatto, e dobbiamo renderlo quanto di peggio si possa ottenere con quel materiale a disposizione? La risposta, ahimé, è semplice: la grande massa vuole la monnezza, e non vuole neanche andare a cercarla, vuole che le sia direttamente sversata addosso; e allora ben venga il cinepanettone, ben venga capodannocongigidalessio, ben vengano I soliti idioti e Platinette a Sanremo, ben vengano le interviste di Barbara D'Urso, ben vengano i comici all'opposizione e anche al governo, ben venga il comico strapagato che dal predicare la rivoluzione è arrivato a farci il catechismo citando un Whitman(pur bellissimo) che dai tempi dell'Attimo Fuggente è diventato patrimonio da bimbiminkia social, ben venga la decadenza triviale del nostro periodo storico. Però, ora che ormai è assodato che i Maya hanno toppato e ci è stata tolta anche la speranza del 2012, non chiedetemi più cassette, chiavette, cd, playlist e perle sconosciute.
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