Avvistamenti Veloci #4


 Patrick Watson-Adventures In Your Own Backyard
Quarto lavoro per i canadesi che si chiamano come se fossero un songwriter qualsiasi, ed ennesimo, perentorio centro. Si tratta di un lavoro davvero ottimo, con atmosfere tra l'indie e il folk più classico, tra rimandi ai connazionali Arcade Fire(immancabili), specie in Into Giants, al falsetto di Antony e citazioni morriconiane(la title track). Ma pezzi indimenticabili sono anche Lighthouse, Step out for a while, Quiet crowd, Into giants e Morning sheets. Ampiamente tra i migliori dell'anno.


 Jack White-Blunderbuss
Jack White è uno dei bulimici della musica attuale. Suona di tutto e si cimenta con tutti i generi, produce vecchie glorie e lancia nuovi talenti. Finalmente esce con un lavoro solista che si propone un po' come summa di quanto fatto finora nelle sue infinite incarnazioni. E così ecco Sixteen Saltines, variante, un po' fiacca forse, di The Hardest Button...e il folk country di qualità della title track, il falsetto rappato su riff zeppelliniano di Freedom At 21, il rock'n'roll classico dell'impagabile I'm Shakin' e Trash Tongue Talker e i Beatles country di Hip Poor Boy. Alla fine il lavoro(sicuramente troppo lungo) suona così vario da alimentare il sospetto di una certa insincerità di fondo. Nonostante un gioiello come Weep Themselves to Sleep, il pezzo migliore.


 Father John Misty-Fear Fun
Dove, parzialmente, fallisce White, ecco riuscire pienamente Father John Misty, alias Joshua Tillman. Ex batterista dei Fleet Foxes, dopo aver licenziato un paio di bei dischi dalla vena profondamente intimista, Tillman centra l'obiettivo, non facile, del perfetto disco roots, fondendo country, rockabilly e folk. Riuscitissimo.


Lee Ranaldo-Between The Times And Tides
Chitarrista fantasioso e spiazzante coi Sonic Youth, Ranaldo esce in veste solista con un disco che più tradizionale di questo non si potrebbe. Un buon lavoro, comunque, anche se è ovvio che con un pezzo d'apertura che cita apertamente Paint It Black degli Stones(pezzo che veleggia verso i cinquant'anni d'età), e con atmosfere che ricalcano i REM se avessero avuto un chitarrista un po' più egocentrico, certo non si fanno rivoluzioni.


Great Lake Swimmers-New Wild Everywhere
Ancora una band di folk rock canadese. I nuotatori dei grandi laghi sono al terzo lavoro, con un disco molto buono, al quale forse manca giusto il colpo del KO. Think That You Might Wrong è una bella ballata posta in apertura, seguita dalla title track di stampo younghiano, mentre Easy Come Easy Go avrebbe un bel potenziale radiofonico, in un altro mondo. Ma il meglio è nelle ballate folk come The Knife o Cornflower Blue, con violini e banjo a farla da padrone, o Quiet Your Mind e On The Water.

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