Poesia e Musica : Eroina-Riccardo Mannerini e Il cantico dei drogati-Fabrizio De Andrè(1968)
Il cantico dei drogati è forse il pezzo più intenso mai scritto da De Andrè,ed è tratto dal suo capolavoro del 1968 Tutti morimmo a stento.Forse non tutti sanno che il testo di questo vero e proprio capolavoro fu tratto da una poesia di Riccardo Mannerini,e che lo stesso autore collaborò alla stesura del testo. Per chi volesse approfondire la conoscenza con questo grande e troppo poco conosciuto poeta vi rimando al sito www.riccardomannerini.it e al libro "Il sogno e l'avventura",attualmente in libreria,che contiene l'intera opera del Mannerini.
Eroina
Come potrò dire
a mia madre
che ho paura?
La vita,il domani,il dopodomani
e le altre albe
mi troveranno
a tremare
mentre
nel mio cervello
l’ottovolante della critica
ha rotto i freni
e il personale
è ubriaco.
Ho paura,tanta paura,
e non c’è nascondiglio possibile
o rifugio sicuro.
Ho licenziato
Iddio
e buttato via una donna.
La mia patria
è come la mia intelligenza:
esiste, ma non la conosco.
Ho voluto
il vuoto.
Ho fatto
il vuoto.
Sono solo
e ho freddo
e gli altri nudi
ridono forte
mentre io striscio
verso un fuoco che non mi scalda.
Guardo avvilito
questo deserto
di grattacieli
e attonito
vedo sfilare
milioni di esseri di vetro.
Come potrò
dire a mia madre
che ho paura?
La vita,il suo motivo,e il cielo
e la terra
io non posso raggiungerli
e toccare…
Sono sospeso a un filo
che non esiste
e vivo la mia morte
come un anticipo terribile.
Mi è stato concesso
di non portare addosso
vermi
o lezzi o rosari.
Ho barattato
con una maledizione
vecchia ma in buono stato.
Fu un errore.
Non desto nemmeno
più la pietà
di una vergine e non posso
godere il dolore
di chi mi amava.
Se urlo chi sono,dalla mia gola
escono deformati e trasformati
i suoni che vengono sentiti
come comuni discorsi.
Se scrivo il mio terrore,
chi lo legge teme di rivelarsi e fugge
per ritornare dopo aver comprato
del coraggio.
Solo quando
scadrà l’affitto
di questo corpo idiota
avrò un premio.
Sarò citato
di monito a coloro
che credono sia divertente
giocare a palla
col proprio cervello
riuscendo a lanciarlo
oltre la riga
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.
Come potrò dire a mia madre
che ho paura?
Insegnami,tu che mi ascolti,
un alfabeto diverso
da quello della mia vigliaccheria
Eroina
Come potrò dire
a mia madre
che ho paura?
La vita,il domani,il dopodomani
e le altre albe
mi troveranno
a tremare
mentre
nel mio cervello
l’ottovolante della critica
ha rotto i freni
e il personale
è ubriaco.
Ho paura,tanta paura,
e non c’è nascondiglio possibile
o rifugio sicuro.
Ho licenziato
Iddio
e buttato via una donna.
La mia patria
è come la mia intelligenza:
esiste, ma non la conosco.
Ho voluto
il vuoto.
Ho fatto
il vuoto.
Sono solo
e ho freddo
e gli altri nudi
ridono forte
mentre io striscio
verso un fuoco che non mi scalda.
Guardo avvilito
questo deserto
di grattacieli
e attonito
vedo sfilare
milioni di esseri di vetro.
Come potrò
dire a mia madre
che ho paura?
La vita,il suo motivo,e il cielo
e la terra
io non posso raggiungerli
e toccare…
Sono sospeso a un filo
che non esiste
e vivo la mia morte
come un anticipo terribile.
Mi è stato concesso
di non portare addosso
vermi
o lezzi o rosari.
Ho barattato
con una maledizione
vecchia ma in buono stato.
Fu un errore.
Non desto nemmeno
più la pietà
di una vergine e non posso
godere il dolore
di chi mi amava.
Se urlo chi sono,dalla mia gola
escono deformati e trasformati
i suoni che vengono sentiti
come comuni discorsi.
Se scrivo il mio terrore,
chi lo legge teme di rivelarsi e fugge
per ritornare dopo aver comprato
del coraggio.
Solo quando
scadrà l’affitto
di questo corpo idiota
avrò un premio.
Sarò citato
di monito a coloro
che credono sia divertente
giocare a palla
col proprio cervello
riuscendo a lanciarlo
oltre la riga
che qualcuno ha tracciato
ai bordi dell’infinito.
Come potrò dire a mia madre
che ho paura?
Insegnami,tu che mi ascolti,
un alfabeto diverso
da quello della mia vigliaccheria
Sarebbe inadeguato dire che questa canzone sia bella. Colui che chi ascoltando questo testo in musica non si emoziona sarebbe un uomo senza sensibilità. Era avanguardia allora e lo è tutt'ora...se ripenso allo scalpore di Luca era gay...mi viene da ridere.
RispondiEliminaQueste canzoni si dovrebbero studiare a scuola, fanno parte della nostra storia.
Di più non dico, questo post va letto ascoltato, non commentato.
Infatti avrai notato che quando posto capolavori del genere limito il testo dell'articolo ai minimi termini...più che dire che è un capolavoro non si può.
RispondiEliminaP.S. Mi sà che il buon Povia,per Sanremo,ci ha preparato un'altra delle sue ciofeche...un brano su Eluana!Prepariamoci al peggio...
Ringrazio per l'interessamento alla causa e ricordo che è in libreria IL SOGNO E L'AVVENTURA, opera completa di Riccardo Mannerini.
RispondiEliminaCordialmente
Ugo Mannerini
www.riccardomannerini.it
Per me è un onore aver reso omaggio a due grandi artisti come De Andrè e Mannerini.Ho aggiunto nel testo dell'articolo la notizia dell'uscita del libro.Grazie per l'apprezzamento!
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