Avvistamenti: Calexico-Algiers(2012)
È dura fare qualcosa di nuovo nell'ambito della musica pop. E ancora più duro è tirare avanti dopo che qualcosa di nuovo lo si è fatto per davvero. Prendete la creatura di Burns e Convertino, per esempio; il loro spericolato mix di musica folk e mariachi, tex-mex e blues, country e rock, fin fagli inizi ha fatto gridare più d'un critico al miracolo. Ed ecco ora gli stessi critici che fanno il tiro al bersaglio a ogni loro nuova uscita. Se il disco ricalca gli stilemi dei favolosi esordi, li si accusa di tirare la carretta, se i nostri provano a inserire qualche novità li si accusa di essersi snaturati. E così giù a dare addosso con giudizi taglienti e voti risicati a un lavoro come il recente Algiers, ovvero uno dei dischi più godibili e riusciti di un 2012 non proprio florido a livello di uscite di qualità. Si tratta di un lavoro essenzialmente in linea con le sonorità storiche dei Calexico, piacevolmente compatto rispetto alle abitudini e con il riuscito inserimento di qualche sonorità più indie-pop. Ed ecco che, se la title-track o pezzi come Sinner in the sea e Para, ma anche No te vayas, cantata in spagnolo, sono tipiche del loro repertorio, pezzi come Splitter rappresentano un gustoso abboccamento su versanti pop-rock. Non mancano ballate di gran classe quali Hush e The Vanishing Mind, soprattutto quest'ultima polverosa come un deserto di confine. Fidatevi, Algiers è un lavoro che, se gli date il giusto tempo in quest'epoca di ascolti usa e getta, consumerà il vostro lettore mp3.
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