I 5 Film sullo Sport da salvare - feat. PostCalcium
Nuova collaborazione con PostCalcium, il blog dell'amica Francesca che, questa volta, mi ha chiesto di collaborare in qualità di sedicente esperto cinematografico per la stesura della lista di cinque film a tema sportivo da consigliare. Eccoli.
Rush
Nel corso degli anni sono stati tanti i registi che hanno ceduto al fascino della formula 1, sicuramente uno degli sport, almeno a livello potenziale, più spettacolari nella resa sul grande schermo; dal capolavoro del genere, l’insuperato Grand Prix di John Frankenheimer al quasi documentaristico Le Mans con Steve McQueen, pilota di livello anche nella realtà, passando per episodi più discutibili, da Giorni di tuono a Driven, la Formula 1 si è sempre rivelata croce e delizia per i registi che vi si sono cimentati. Per questo quando si iniziò a parlare di Rush, progetto di Ron Howard sulla storica rivalità Lauda – Hunt nel mondiale del 1976, molti storsero il naso; il risultato invece è apprezzabile. Rush è un film che, pur rimanendo a un passo e mezzo dal capolavoro, accontenta sia lo spettatore medio, che vi trova spettacolo, incidenti, emozioni e tutti gli ingredienti da film americano, sia l’appassionato più fanatico che, al netto di qualche errore storico e qualche ingenuità nel romanzare il tutto, può dirsi soddisfatto della ricostruzione dell’epoca. La storia è quella nota dell’incidente in cui Lauda rischiò la vita al Nuerburgring, rimanendo sfigurato a vita, e della rimonta che portò Hunt a conquistare l’unico mondiale della sua carriera.
Un mercoledì da leoni
Un mercoledì da leoni, ambientato a cavallo di tre decenni nella comunità di surfisti della California, è forse l’unico caso di film sportivo assurto allo status di cult del cinema d’autore. Diretto da John Milius, il più incatalogabile tra i registi della New Hollywood degli anni 70, narra la storia di tre amici uniti dalla passione per il surf e della loro evoluzione nel tempo; con la storia di Jack, Matt e Leroy, Milius ripercorre anche la storia degli Stati Uniti, dagli anni 50 alla guerra del Vietnam, tracciando un affresco del periodo e proponendo una riflessione sull’amicizia e sullo scorrere del tempo che ha pochi eguali nel cinema americano. Da cineteca le immagini dei surfisti in acqua.
Invictus
Non è solo un semplice film di sport, non è solo una storia di rugby. E’ la storia di un popolo, di una nazione e di uno dei suoi più grandi uomini: Nelson Mandela “Madiba”. Lo sport è il mezzo attraverso cui vivere e raccontare ciò che Mandale ha vissuto: dalla prigionia al ritorno in Sud Africa. Un magistrale Morgan Freeman ripercorre le tappe importanti della vita di Mandela ponendo al centro del racconto il rubgy; ragazzi che diventano Campioni del Mondo in uno stadio esaurito in ogni ordine di posto dove bianchi e neri esultano sotto un’unica bandiera, senza pensare al colore della pelle ma sono ai colori della loro terra.
Fuga per la vittoria
Il cinema non ha mai reso giustizia pienamente allo sport più popolare del mondo ma, tra i tanti film più o meno riusciti sul calcio, Fuga per la vittoria merita un capitolo a parte. Opera del grande John Huston, qui ad una delle sue ultime prove, è molto liberamente ispirato alla partita della morte, un incontro di calcio che si tenne durante la seconda Guerra Mondiale tra una squadra mista della Dynamo e della Lokomotiv e una rappresentanza dell’Aviazione tedesca. Particolarità del film è la presenza di grandi stelle del calcio nel cast, dal grande Pelè a Bobby Moore all’argentino Osvaldo Ardiles e di un grande cast internazionale, con un Sylvester Stallone “on fire” dopo il successo di Rocky e alla vigilia di Rambo, Sir Michael Caine e Max Von Sydow, l’attore feticcio di Ingmar Bergman. Le sequenze di gioco sono da antologia, quanto di meglio sia mai stato girato per un film sul calcio, col climax del gol in rovesciata di Pelè; la pellicola riesce a coniugare al meglio i pregi dei film sportivi con quelli sulle grandi evasioni e, pur tra qualche ingenuità e forzatura, rimane una pietra miliare del genere.
Sognando Beckham
Il calcio femminile. Già di per sé la pellicola affascina: un film che parla di donne e calcio. Il tutto in un ambiente particolare: una famiglia indiana. Un mix che attira presto l’attenzione. Eccellente trama, che muove le riprese tra Usa e Gran Bretagna, che non scade mai nel comico ma affronta la realtà di tutte le donne che per lo (s)fortuna, amano il pallone. L’idea di integrare il tutto ponendo al centro della storia una giovena ragazza non europea, rende il film più umano nella speranza di aver fatto aprire gli occhi a tanti genitori.
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